La
trama
Un gruppo di ragazzi in gita scolastica viene fermato
dal “tempo”. Un imprevisto, un vuoto di carburante nel pullman sul quale
viaggiano, li obbliga a fermarsi in un luogo particolare, quasi magico, lontano
dalla realtà attuale, un luogo del passato che si svela ai loro occhi nella
totalità della sua bellezza. I ragazzi, abituati ad avere ogni comodità e tutto
risolto, sembrano spiazzati, persi. Nella ricerca di un luogo sicuro per la
notte, finiscono in un teatro. Qui incontrano un giovinetto, (forse un attore) che
racconta loro una storia bellissima…la storia di Francesco, giullare di Dio.
Chi è quel ragazzino? Cosa vuole comunicare ai giovani amici? Si instaura così
fra di loro un rapporto singolare di ascolto e complicità tanto da travalicare
il confine del tempo e del rapporto attore spettatore. Un gioco singolare fatto
di “sentire” e “guardare”; un gioco che non ha né costo, né paragone da tanto
che è bello; un gioco che lascia in loro qualcosa di indelebile e prezioso.
L’arrivo del giorno, li scioglie da quell’incanto lasciando nei loro cuori e
nelle menti una scia di pensieri e stimoli che li porterà ad affrontare la vita
in modo meravigliosamente diverso. La loro preoccupazione sembra non avere più
un senso; quello che prima era importante, ora è inutile, di minimo conto.
Quello che non sapevano notare, ora è di primaria importanza: la natura,
l’amore per le meraviglie del Creato, che ogni giorno fanno da cornice al
nostro vivere in questo mondo.